Cosa sono le famiglie assemblate, composite o ricostruite? Sono tutte quelle situazioni familiari dove, in un nucleo già presente con un genitore e i propri figli, si viene ad aggiungere un* partner, a sua volta con o senza figli andando creare un nuovo nucleo familiare.

Le famiglie assemblate, composite o ricostruite sono sempre di più

Io sono nato il 1° gennaio del 69.

Quando ero bambino, erano pochissime le coppie divorziate e probabilmente erano anche sulla bocca di molti.

Al giorno d’oggi il numero dei matrimoni cala di anno in anno mentre il numero di divorzi e separazioni continua a crescere.

È normale che un adulto, lui o lei, dopo un certo periodo a seguito della separazione trascorso senza partner, senta il bisogno e il desiderio di rivivere un amore con cui condividere il percorso della propria vita.

Ed ecco che si vengono a creare le famiglie assemblate, composite o ricostruite.

Se, da un lato questo è meraviglioso perché significa per molti tornare a riassaporare delle emozioni belle e d’amore, da un altro lato tutto questo comporta il modificarsi di equilibri che non sono sempre facili da gestire se vi sono dei figli di mezzo.

I figli per una crescita ottimale avrebbero bisogno di punti fermi (punti fermi e a modo, preparati, capaci) e quando vivono la separazione genitoriale attraversano: prima la rottura di tutti gli equilibri di casa con il divorzio o la separazione dei genitori e, quando si ricreano nuovi equilibri con il genitore con il quale vivono, ecco che tutto viene nuovamente ribaltato con l’arrivo di un altro adulto e tutto viene nuovamente messo in discussione.

È una situazione complicata a tutte le età: quando sono piccoli non comprendono ciò che stà accadendo e le motivazioni e quando sono in età pre-adolescenziale e adolescenziale è complicato perché è un’età di giudizi, di contestazione e condanna verso i propri genitori e gli adulti in generale.

Quando una nuova persona arriva, creando la famiglia assemblata, composita o ricostruita, non è facile accettare un* sconosciut*, accettarl* come pseudo-genitore che magari detta delle regole, definisce delle imposizioni.

È molto probabile, quando si viene a creare una famiglia assemblata, composita o ricostruita, che il ragazz* non riconosca e non accetti il nuovo arrivo come figura di riferimento, creando una tensione, una lotta di ruoli tra il “io sono” dell’adulto e il “io non ti accetto come tale” oppure “NO… tu non sei proprio nulla per me!” dell’adolescente.

La separazione conduce alle famiglie assemblate, composite o ricostruite

Il divorzio o la separazione sono, per molti, un passaggio liberatorio ma anche per chi lo vive come tale, è un trauma (e sto parlando degli adulti, figuriamoci i figli).

Trauma dal punto di vista pratico e trauma da un punto di vista psicologico.

In un matrimonio, o in una convivenza come coppia di fatto, ancor più se con dei figli, si investe moltissimo del proprio tempo, delle proprie energie, delle proprie aspettative, dei propri sogni e quando tutto questo finisce è un trauma, è una delusione, è frustrante (per lo meno nella stragrande maggioranza dei casi).

Per non parlare dal cambio di casa, gli scatoloni, gli accordi economici, il giudizio di parenti vari, la tensione (a volte, la battaglia) per l’affidamento dei figli e molte altre cose.

Quindi è chiaro che è un evento che squarcia la vita delle persone (infatti, dico spesso che prevenire tutto questo andando dal coach o da un bravo terapeuta di coppia, costa E-NOR-ME-MEN-TE meno di quanto costi una separazione, sia dal punto di vista economico che psicologico).

Famiglie assemblate, composite o ricostruite: quante famiglie esistono?

Oltre alle famiglie assemblate, composite o ricostruite, quante famiglie esistono?

  • Famiglia nucleare: con un padre, una madre e uno o più figli della coppia
  • Famiglia allargata: molti chiamano famiglia allargata quella con un nuovo partner che entra a far parte di un nuovo nucleo familiare ma è errato perché dicendo famiglia allargata si dovrebbe intende una famiglia nella quale vivono anche nonni, o gli zii, o i cognati o le cognate, o parenti vari che si uniscono, per le ragioni più diverse, alla famiglia nucleare
  • Famiglia monoparentale con 1 genitore e i suoi figli, di solito a seguito di una separazione o divorzio o a seguito della dipartita del/la partner
  • Famiglia omosessuale con coppie Gay, lesbiche e varie altre etichette dell’LGBTQIA+
  • Quando la famiglia MONOparentale, cioè con un genitore e i suoi figli si, unisce con un altro adulto a sua volta con o senza figli, si viene a creare la famiglia composita o assemblata o famiglia ricostruita

Difficoltà con le famiglie assemblate, composite o ricostruite

Le difficoltà che si possono incontrare quando si viene a creare una famiglia assemblata, composita o ricostruita, sono diverse:

  1. figli che non riconoscono l’autorità del* partner della mamma o del papà
  2. nuovi partner che non sanno come agire nei confronti di figli non propri
  3. difficoltà, nel caso vi siano figli di entrambi i partner, a fare in modo che coesistano e che possano andare d’accordo tra loro
  4. nuovo partner che non ha figli e con nessuna esperienza genitoriale, che pretende di insegnare al genitore effettivo come crescere e allevare i suoi figli creando forti tensioni nella coppia
  5. il rapporto con il genitore che non vive più con i figli

analizziamo queste 5 difficoltà.

1 – Figli che non riconoscono il ruolo del nuovo partner del genitore

Difficoltà 1: figli che non riconoscono il ruolo del* partner della mamma o del papà.

Il o La subentrante quanto può intervenire con figli non suoi?  È una situazione complicata perché, di fatto, non sono figli suoi. Paragono spesso il genitore al Leader e sostengo che i genitori dovrebbero essere dei leader (non dei capi) e la leadership non la si pretendere, non la si ottiene con l’imposizione. La leadership te la riconoscono gli altri.

L’adolescente fa più fatica ad accettare una nuova figura che non ha scelto, che si ritrova in casa e che magari cerca di dettare delle regole.

Un adulto che arriva e che si comporta come se avesse i gradi per poter dire ciò che è bene e ciò che è male, dettare le regole, punire, se non è stato riconosciuto come figura di riferimento, se non si è guadagnato il consenso, creerà ostilità.

Più crea ostilità e più l’adulto la vive come un affronto personale e cerca di imporsi, creando un circolo vizioso che porta allo scontro quotidiano.

Come cercare di farlo non facendosi odiare dal figli* del* compagn*? Se hai un* partner, dovete prima mettervi d’accordo voi due.

Il punto è qui.

Dovete mettervi d’accordo, voi adulti, su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, perché secondo il punto di vista del* tu* partner, dovreste agire in un certo modo ma se imponi regole a figli non tuoi senza l’accordo, senza l’avvallo del* partner, è inevitabile che ci sia l’insurrezione e il rifiuto.

Il genitore non naturale potrà imporre direttamente le nuove regole solo dopo parecchio tempo, dopo che in tutto questo tempo ha sostenuto le regole imposte dal genitore naturale, regole che i 2 adulti hanno condiviso. Devi prima crearti e costruirti credibilità e leadership.

2 – I nuovi partner non sanno come agire

Il secondo ostacolo si materializza quando i nuovi partner non sanno come agire nei confronti di figli non propri.

Capita spesso che il genitore subentrante venga accettato dai figli e venga sentito come “di famiglia” ma lui/lei teme ad agire come se fosse il genitore perché sente di non esserlo. Ha paura ad agire e decidere.

Ne avrebbe l’autorizzazione ma non se la prende, non si prende l’onere, è come se avesse l’impressioni di intervenire in aspetti non suoi. Teme che potrebbe compiere degli errori “rovinando” quanto di buono ha fatto l’altro genitore, quello naturale.

Teme di poter fare qualche cosa di inappropriato che poi gli potrebbe essere rinfacciata.

Tutti timori comprensibili ma, se i figli ti vedono e riconoscono come genitore, se hai avuto la capacità di guadagnarti un’autorevolezza, se hai guadagnato la loro fiducia, si aspettano che tu faccia il tuo meglio per essere una guida.

3 – difficoltà di convivenza tra figli di nuclei diversi

La terza difficoltà si può verificare nel caso vi siano figli di entrambi i partner, e fare in modo che coesistano e vadano d’accordo.

Il punto è: come raggiungere un giusto equilibrio con le regole per tutti i figli, provenienti da 2 nuclei diversi, considerando che non hanno ricevuto tutti la stessa educazione?

Anche in questo caso inizio con il dire: prima devono accordarsi i due genitori e poi, ma solo in seguito, ogni genitore comunicherà ai propri figli, le regole che sono cambiate e i motivi del cambiamento.

Il grande pericolo in questi casi e fare in modo che non si crei l’idea “tu difendi sempre e solo i tuoi figli”.

È facile avere una visione alterata della realtà: in alcuni casi favorendo troppo i propri, in alcuni casi sfavorendo troppo i propri per timore di essere ingiusta e di parte.

Ci vuole tempo e ci vuole enorme pazienza

4 – Nuovi partner che insegnano come essere genitori

La 4a difficoltà della famiglia assemblata, composita o ricostruita si viene a creare quando l’adulto subentrante, magari con nessuna esperienza genitoriale, pretende di insegnare al genitore effettivo come crescere e allevare i suoi figli, creando forti tensioni nella coppia.

In teoria tutti sanno cosa si dovrebbe fare per crescere al meglio dei figli ma la realtà è ben diversa da ciò che si ipotizza.

Il genitore effettivo potrebbe effettivamente aver commesso degli errori, ma non è imponendo cambiamenti di stile educativo che si ottengono risultati migliorativi.

5 – Il rapporto con il genitore che non vive più in casa.

Occorre precisare che il genitore che a seguito del divorzio non vive più con i figli, è e resterà sempre il loro genitore.

È necessario fare in modo che le dispute tra ex partner non intralcino la crescita ed il bene dei figli.

Solitamente, questo è possibile solo se i due adulti sono intelligenti e accantonano il proprio ego per il bene dei figli.

Se i genitori lottano tra loro e si attaccano ripetutamente, è possibile che i figli cerchino di approfittarsi di quanto sta avvenendo e, quando un genitore cerca di svolgere il proprio ruolo educativo, i figli diranno “non voglio più stare con te, me ne vado da (papà o mamma)”.

È un ricatto emotivo che pone i genitori in grande difficoltà ma, se si cede ai ricatti venendo meno alle proprie convinzioni e ai propri doveri, occorre essere consapevoli che si sta rinunciando al proprio ruolo di genitore.

 

Fabio Salomoni