Non trasferire l’ansia sui tuoi figli. Essere ansiosi per ogni cosa, di maggiore o minore importanza, non è un buon messaggio da inoltrare loro.
Qualche giorno fa ho incontrato una vicina di casa che, con fare concitato, mi ha detto: “Mia figlia ha portato a casa l’elenco degli Open Day delle scuole superiori, e dobbiamo sbrigarci e organizzarci, perché deve scegliere cosa vorrà fare da grande, ne va della sua vita. Se aspettiamo e poi non la prendono? Sarebbe una catastrofe”.
Mentre mi parlava avevo desiderio di un ansiolitico, perché in ogni suo gesto, ogni sua espressione, ogni sua parola e tono della voce, c’era ansia e mi contagiava.
Osservando quella madre ho pensato a sua figlia.
Quanta di quella ansia viene trasferita sulla ragazzina?
Quando lavori con la farina, ne hai le mani piene, e se ti gratti la guancia ecco che hai il viso bianco e se ti tocchi il grembiule, lo inzaccheri.
Allo stesso modo ogni contatto con i figli fa trasferire i nostri pensieri da noi a loro, ma ancor più, i nostri atteggiamenti e turbamenti.
Sai qual è il problema? Che se lo avessi detto a quella mamma, mi avrebbe risposto: “Beh, ma la scuola è una cosa importante”.
Senza consapevolezza non può esserci miglioramento.
Quindi passa l’idea che, per dare importanza alle cose rilevanti, si debba essere apprensivi o ansiosi, ma le due cose sono distinte e separate:
- una cosa è l’importanza della situazione
- altra cosa è l’atteggiamento con cui la si affronta
ti assicuro che per affrontare al meglio situazioni importanti, l’ultima cosa che dovresti fare, è farti soverchiare, contagiando gli altri, dall’ansia.
Mark Twain disse: “Gran parte della mia vita è stata spesa a preoccuparmi di cose che non sono mai accadute.”
In quell’ansia c’è l’impossibilità ad avere un controllo totale e su tutto.
Accettalo, non si può avere il controllo su tutto.
Gestisci il tuo stato d’animo e non trasferire la tua apprensione su di loro; tieniti la tua farina.
Fabio Salomoni