C’è chi vede tutto nero

Ci sono persone che in ogni occasione apparentemente piacevole riescono a scovare quel difetto, quella nota stonata, che rovina l’atmosfera.

Ci sono persone che su una parete dipinta di nero scovano l’unico, piccolo, puntino bianco e ci sono persone che su una parete bianca, notano il puntino nero.

Non è proibito vivere vedendo i lati scuri, notando tutto ciò che non va, rendendosi conto di tutte le “magagne”, il problema sorge quando ci si rende conto che vivendo in questo modo non si è felici o che si rende infelice l’ambiente nel quale vivono le persone a cui si vuole bene.

L’illusione della realtà nella coppia

Quando si è nella fase dell’innamoramento il partner, o la partner, non ha difetti o sono ritenuti marginali: “Ma quali difetti!? Ha meravigliose peculiarità”.

Ti dicono che è un buono a nulla e tu rispondi “Ma noooo, è buffo nel suo essere pasticcione”.
Ti dicono che è antipatica e tu rispondi “Ma noooo, è fatta a modo suo. È timida.”

Perché questa percezione della realtà? Perché durante l’innamoramento, nel nostro corpo, c’è un tale uragano ormonale che ti fa vedere bello il brutto, buono il cattivo e intonato lo stonato. Cosa avviene quando l’innamoramento termina? Avviene che si inizia a vedere le cose con maggiore chiarezza e quel tubetto del dentifricio che non chiude mai, poco a poco inizia a irritare sempre più, e le scarpe lasciate sempre fuori posto iniziano a irritare sempre più, e il fatto che ti critichi un po’ troppo inizi a non sopportarlo più, e così via.

Ecco che il rapporto di coppia inizia a vacillare e, nella propria testa si compone un lungo elenco di difetti, di lacune, di carenze, di cose che non vanno, di comportamenti insopportabili o fastidiosi e, più si fa questo elenco, più ci si pensa, e più si crea distanza tra i partner.

L’illusione della realtà con i figli

La stessa cosa accade anche nei confronti dei figli quando si arriva all’esasperazione e ci si lamenta.

Ricevo spesso dai genitori mail di sfogo che descrivono tutte le malefatte dei figli adolescenti e, quando leggo, ho la netta sensazione che vedano solo il marcio a causa dell’esasperazione e non riescano ad apprezzare nulla dei figli.

Proprio come avviene per l’innamoramento, ad un certo punto può accadere che non li sopporti più e noti solo quello che fanno di sbagliato, o magari ricordi gli eventi del passato dove hanno tradito la tua fiducia al punto che non riesci più, o molto poco, a vedere quanto di buono c’è in loro.

L’esercizio “Innamorati del particolare”

Quando le persone fanno un percorso di coaching con me e presentano situazioni di esasperazione nel rapporto di coppia o per il comportamento e atteggiamento dei figli, una delle cose che chiedo di fare è l’esercizio: innamorati del particolare.

Diversi anni fa tenevo un corso dove, ad un certo punto creavo per terra un campo delimitato con del cerotto adesivo e chiedevo ai partecipanti di entrare nell’area delimitata.

La regola del gioco era: “Ogni volta che dico VIA, vai davanti a una persona, vi guardate stando in silenzio per 5 secondi, e poi le fai un complimento VERO”. Poteva essere una lode per qualunque cosa si fosse osservata durante il corso: magari ricordavano una domanda interessante o una osservazione interessante che l’altra persona aveva fatto, o magari si apprezzava il taglio di capelli o ancora si poteva dire di essere stati colpiti favorevolmente dal tono della voce, o magari da un certo portamento o dalle movenze, magari si era entusiasti delle sue scarpe, etc.

Per ogni persona si dovevano individuare almeno un paio di caratteristiche positive con sincerità e dirle in modo schietto e senza imbarazzo (ovviamente, ogni volta, una osservazione positiva la dicevi tu e una osservazione positiva la ricevevi dall’altra persona).

Per qualcuno era un gioco facilissimo e divertente mentre, per altri, era una difficoltà quasi insormontabile riuscire a scovare qualcosa di buono o positivo nelle persone.

Chi aveva difficoltà non era abituato a notare gli aspetti positivi e il loro cervello era abituato a chiedersi “cos’è che NON va?” ed erano diventati abilissimi e rapidissimi a rispondere elencando le critiche, ma io avevo chiesto di chiedere al loro cervello “cos’è che va?” e questo era fuori dalle loro abitudini di pensiero.

Con ogni probabilità, se avessi proposto il gioco “scova il difetto” ci avrebbero messo un millisecondo a individuare 100 particolari anche insignificanti ma che NON erano perfetti, ma io chiedevo loro di focalizzarsi sul bello, sul positivo, sul piacevole e per molti era un disastro perché andava contro la loro consuetudine.

Quell’esercizio serviva a rendersi conto della cosa, ed era il primo passo per porre al cervello una domanda diversa dal solito. I partecipanti iniziavano ad accorgersi della possibilità di considerare “altro”. Era l’inizio, il primo piccolo passettino per coloro che volevano sostituire la vecchia abitudine con una nuova abitudine di pensiero.

È cambiato il partner o sei cambiata tu?

Coloro che pensano di avere un pessimo marito perché non aiuta in casa come desidererebbero, o chi pensa di avere una terribile moglie perché non fa sesso quanto vorrebbero, avrebbero una sensazione del proprio rapporto ben diversa se si rendessero conto che, in quell’uomo o in quella donna, ci sono anche degli aspetti positivi, dei quali, in fondo, ci si era innamorati.

So che leggendo quanto ho scritto molti vorrebbero rispondermi: “All’inizio non era così. È cambiato/a”. Per alcuni comportamenti è certamente vero ma per molte altre cose non è lui/lei ad essere cambiato/a ma è che prima ti stava bene, prima ci passavi sopra, prima non ci facevi caso e poi il cambiamento lo hai avuto tu e tutto questo è cambiato.

Non è né giusto né sbagliato, non mi interessa giudicare, dico solo che avviene e altera il giudizio di ognuno in relazione a ciò che si sta vivendo.

Vediamo quel che vogliamo vedere

È la stessa cosa che fanno coloro che vivono momenti brutti, magari di violenza all’interno del rapporto di coppia, violenza fisica o psichica.

Quando raccontano quel che stanno vivendo viene da chiedere “Perché rimane in quella realtà, perché non se n’è andata, perché non fa qualcosa” e la risposta che danno (beh, una delle risposte è, ovviamente, “perché non posso” magari perché sono sotto ricatto o minaccia) ma la risposta che ho sentito spesso è che, dopo la violenza fisica o dopo le minacce, dopo qualche ora o giorno, ripensando alla loro relazione, avevano in mente i momenti belli, i motivi che avevano fatto innamorare di quell’uomo e, il loro cervello, era come se accantonasse i momenti di terrore.

Questo dava loro la sensazione che magari lui potesse tornare quello di una volta.

In poche parole, si illudevano di vivere una realtà migliore di quella che era in verità. Accantonavano e negavano le cose brutte e di sofferenza creandosi un mondo immaginario di cose piacevoli per riuscire ad accettare ciò che stava accadendo.

Questo esempio per dire che il cervello ha la capacità di illudere, a volte rendendo le cose migliori di quel che sono, ma possiede anche la capacità di farcele percepire peggio di quel che sono nella realtà, e questo cambia la nostra percezione e il nostro livello di sopportazione.

Tornare a vedere ciò che c’è di positivo nella coppia

Quando, nella testa di una persona si crea l’idea che nel partner o nella partner, oppure nel figlio/a, ci sia ben poco di buono, di bello, di positivo, se si desidera cambiare le cose è necessario smettere di osservare e sottolineare solo le cose che non vanno e iniziare a vedere quel che va.

All’inizio le cose positive saranno pochissime, in gran parte condizionati dall’esasperazione ma già iniziare a scorgere che c’è qualche momento positivo permetterà in seguito di tornare a notarne altri 2-5-30-100-1000.

La tua percezione della realtà cambia, migliora e inizia la magia perché la tua comunicazione ed il tuo atteggiamento cambiano.

Un grande esempio di ciò che vuoi vedere nel partner

Mi è tornato in mente un film con Johnny Deep e Marlon Brando che si intitola “Don Juan de Marco”. Marlon Brando è lo psichiatra che ha in cura Johnny Deep, il quale è convinto di essere Don Giovanni, Don Juan de Marco, che affascina le donne.

Durante un colloquio Deep dice allo psichiatra:

“So bene che sono in psichiatria e che forse non sono QUEL Don Juan, e allora ti chiedi perché continuo a crederlo ed è tutto un discorso di sapere o imparare, a guardare al di là di quel che è visibile…”

e il “matto” Johnny Deep lo spiega così allo psichiatra Marlon Brando:

“Io dico che tutte le donne sono… delle folgoranti bellezze, ma gli altri fanno obiezioni: il naso di una è troppo allungato, i fianchi dell’altra sono troppo larghi, e forse il seno della terza è troppo piccolo.

Ma io, vedo queste donne per come sono realmente: radiose, raggianti, spettacolari e perfette, perché, non sono limitato dalla mia vista, e le donne, reagiscono con me in quel modo, perché avvertono che io scovo la bellezza che alberga in loro”

Cosa ci sta dicendo? Che lui vede non ciò che è, ma ciò che di bello c’è, ciò che di positivo c’è, e si concentra su quello esaltandolo. Non guarda se è bella o brutta, lui si innamora di quel ciuffo di capelli che ricade in quel certo modo sul collo, lui si innamora di quel sorriso che illumina tutta la stanza, lui si illumina di come gioca con le mani quando è imbarazzata, lui si innamora del particolare e grazie a questo vede il bello delle persone che reagiscono con gratitudine.

Occorre cambiare la percezione della realtà

Se lo si desidera è possibile cambiare la percezione di quel che si sta vivendo.

Se continui a dire a te stessa che tuo marito ha questo che non va, e questo, e quest’altro, stai creando in te un’immagine totale e reale di intenso fastidio. Ma è proprio così? Le cose stanno realmente così oppure è il frutto della selezione che continuamente fai a creare questa percezione?

Dico spesso che “la verità NON esiste”.

Ognuno si crea la propria verità attraverso le proprie osservazioni e considerazioni ed escludendo ciò che NON vuole considerare. Alla fine, ognuno si crea la propria visione del mondo che sta vivendo.

 

Fabio Salomoni