Il senso dell’umorismo è indice di intelligenza. L’autoironia ancora di più. È bene però sapere che non sono innate. Si sviluppano, ci si augura, crescendo. I bambini non hanno il senso dell’umorismo.
Molti genitori purtroppo ignorano che il bambino non ha il senso dell’umorismo prima dei 5-7 anni e solo a quel punto iniziano ad apprenderlo.
Le prime barzellette che ti raccontano tornando da scuola o dall’asilo sono il fantasma formaggino, Pierino, etc.
Storielle semplici con un finale semplice. Nessun gioco di parole e nessuna ironia velata. Non sarebbero ancora in grado di comprenderle.
Perché è importante saperlo? Perché l’adulto dà per scontata questa capacità e spesso dice al bambino, scherzando, delle cose.
Ma i bambini non hanno il senso dell’umorismo.
E per il bambino che non ha ancora sviluppato queste capacità, non è uno scherzo. Per tuo figlio o nipote, sono delle affermazioni chiare e dirette.
Il bambino prende ogni frase in modo letterale.
Vuoi degli esempi?
Questa mattina sono andato in un centro commerciale prima di andare in spiaggia. Ero in coda alla cassa e davanti a me c’era una nonna con il carrello, dentro cui oltre al cibo acquistato c’era il nipotino che si sporgeva e che cercava di afferrare tutto ciò che gli capitava a tiro.
Era il gioco del momento. La nonna, spazientita, gli ha detto “tu, così, mi fai morire”. È un modo di dire? Se lo fai notare ti rispondono che “è così per dire”.
Certo, un adulto sa benissimo che è una metafora che sta a indicare la molta stanchezza, l’essere esausti e spazientiti, ma per il bambino, che tutto assorbe, è una accusa di attentare alla salute della nonna e attiva i sensi di colpa.
In spiaggia, un genitore ha voluto con ironia dire al figlio di riporre palette e secchielli nel sacchetto e gli ha detto: “Lasciali pure li, tanto con le loro gambine salteranno nel sacchetto da sole”. Ovviamente il bambino con espressione seria, ha aspettato che lo facessero senza muovere un dito ed il padre si è arrabbiato perché il bambino non le stava mettendo in ordine.
Pensa quanti messaggi, involontariamente, abbiamo passato ai nostri figli solo perché diamo per scontate alcune cose. Ma tutto si può imparare e non è mai troppo tardi.
Fino all’età prescolare, hanno solo una comunicazione lineare, diretta, e ogni parola viene recepita per ciò che è il suo significato originario, senza sottintesi, senza ironia, senza ambivalenze.
Molti si chiedono come sia potuto accadere che il proprio figlio, sia arrivato adolescente o adulto, manifestando comportamenti inadeguati, ed ogni volta, ti assicuro, sempre, parlando con i genitori, si comprende la fonte del disallineamento: parole, convinzioni e atteggiamenti quotidiani dei genitori che i figli hanno assorbito giorno dopo giorno.
Ciò che avviene non è casuale.
Credo veramente sia giunto il momento di acquisire gli strumenti che permettono ad un genitore di svolgere al meglio la propria funzione, non “per sentito dire” o per “buon senso”, ma attraverso competenza e strumenti.
Fabio Salomoni