È un dato di fatto: più i figli crescono e maggiori sono le loro esigenze e quindi le loro richieste.
Alcune richieste sono dettate dagli amici che frequentano, la tribù, i quali mostrano con vanto ciò che hanno o fanno inducendo anche i tuoi figli a sentire di doversi mettere in pari con loro per non correre il pericolo di essere estromessi dal gruppo.
Altre volte è libera iniziata dei figli che sentono il bisogno di dover apparire, sentono di poter nascondere le proprie insicurezze mostrandosi ai coetanei in un certo modo e quindi chiedendo a noi genitori di poter fare quella certa cosa o di poter avere quel certo oggetto.
Un primo punto quindi è: hanno maggiori esigenze per timore di essere esclusi o per conquistarsi un diritto di appartenenza.
Perché i genitori si arrabbiano alle richieste dei figli adolescenti?
Molti genitori mi scrivono parole di fuoco descrivendo episodi del loro rapporto con i propri figli adolescenti.
Da una parte comprendo e riconosco in quelle reazioni l’istintività delle reazioni di un adulto che viene sottoposto ad un “martellamento” di richieste spesso inaudite. D’altra parte, essendo l’adolescenza una fase della vita dove questo comportamento è messo in conto, è altamente probabile che accada, di cosa ci arrabbiamo?
Sarebbe un po’ come arrabbiarsi perché quando gli spuntano i dentini prova dolore e ti tiene sveglia la notte. Lo sai che è una fase della loro crescita. È inevitabile. Perché arrabbiarsi? (infatti quei pochi genitori che in questi casi si arrabbiano con i propri piccoli, sono considerati pessimi genitori!).
Nella maggior parte dei casi i genitori sono tutti ottimi genitori e, nonostante questo, reagiscono spazientiti: perché? Credo di sapere la risposta: ci arrabbiamo per l’incapacità di molti adolescenti ad essere razionali ed obiettivi nelle loro richieste, per la loro cocciutaggine nel non voler vedere le cose obiettivamente, per la loro ostinazione nel fare pretese del tutto fuori luogo.
Il bambino si è trasformato in adolescente
Questo modo di fare, questo loro atteggiamento, ci atterriscono, ci fanno sentire spesso smarriti, ci sembra impossibile che quel bambino che fino a poco tempo prima diceva “Sì”, “scusa”, “grazie”, “posso?” ora abbia completamente cambiato registro.
Ricordiamo però che l’adolescenza è una fase che devono vivere per poter formare una propria identità.
Tra non molto si consoliderà una identità adulta anche se per il momento dobbiamo accettare che non si sia ancora formata: è un divenire, una costruzione quotidiana.
Quindi, le loro richieste sono probabili e lecite. Probabili perché è molto probabile che arrivino e lecite perché è loro diritto fare tali richieste. È altresì vero che con “lecite” non intendo che debbano essere assecondate e esaudite; sono lecite perché fa parte di questo momento di vita dove vogliono anche capire quali siano i bordi del concesso e del non concesso.
Il compito del genitore di un adolescente
Qui inizia il compito del genitore di un figlio adolescente. Valutare quali richieste siano lecite e quali non si possono accogliere.
I genitori che per quieto vivere e per non avere discussioni assecondano ogni richiesta, non stanno svolgendo un compito molto importante per la determinazione dell’identità dei propri figli.
I genitori che per intransigenza e rigore non concedono alcuna trasgressione ai figli stanno limitando la formazione di una loro personalità.
Come spesso avviene, il giusto è nel mezzo.
Se, di fronte alle loro richieste, ci arrabbiamo e strilliamo con loro, stiamo dicendo ai nostri figli che per affermare il proprio pensiero occorre gridare, prevalere, imporsi. Con buona probabilità, loro inizieranno ad agire di conseguenza gridando a loro volta innescando un clima di guerriglia in casa.
Come comportarsi quando l’adolescente fa le richieste?
Quando i figli formulano richieste che riteniamo improprie è molto meglio, a mio avviso, respingerle con calma e serenità.
Poco importa se il tuo rifiuto scatenerà una reazione di collera nei tuoi figli, o se avranno dei picchi di escandescenze: i genitori facciano gli adulti e mantengano la calma perché solo così possiamo ponderare adeguatamente se quelle loro richieste sono consone oppure no.
Se ci facciamo prendere dalla rabbia perdiamo il senso di critica e potrebbe essere che ad un certo punto NON ci accorgiamo che quella richiesta non era poi così fuori luogo.
È facile mantenere la calma? NO.
Non è facile ma è utile e, mentre si mantiene la calma, si può dire “Parlami con calma e fammi capire bene. Perché se urli e ti arrabbi io non riesco a capirti e mi viene da gridare anche a me e così non posso capire se, magari, la tua richiesta ha un senso…”.
Chi grida non ha il controllo.
Chi grida non ha in mano la situazione.
Un genitore non può permettersi di essere dalla parte di chi non ha il controllo della situazione.
Il nostro compito come genitori è, oltre a valutare con obiettività se le richieste sono accettabili o no, anche capire quali bisogni reali vogliono soddisfare i nostri figli attraverso le loro richieste: a volte devono soddisfare il bisogno di apparire o di farsi notare, altre volte sentono di dover soddisfare il bisogno di appartenenza, altre volte provano la paura di essere rifiutati e così via.
Noi genitori dovremmo far emergere questi loro bisogni, con calma, con pazienza e con metodo, dovremmo farli venire a galla, riconoscerli e dovremmo accettarli perché per i nostri figli sono impellenti e, quando sapremo riconoscere i loro reali bisogni, potremo parlare del fatto che quelle richieste sono un mezzo e non un fine e forse riuscirete a trovare un modo alternativo e soddisfacente per entrambi per soddisfare quelle necessità.
Fabio Salomoni