Ti sei mai chiesto quale debba essere l’atteggiamento giusto per affrontare la vita, le situazioni, le persone? Come essere? Serioso? Intransigente? Distaccato? Oppure essere affabile, aperto o accomodante?

E con i figli? Genitore intransigente o accomodante?

Ogni giorno, dobbiamo decidere, in ogni situazione, quale parte, nel copione della nostra vita, interpretare: vestire i panni del poliziotto buono o di quello cattivo?

Non può essere una scelta dettata dal vezzo, e neppure dall’abitudine, ma dall’esigenza di trovare l’atteggiamento giusto per giungere al risultato prefissato.

È molto probabile che all’interno della coppia vi siano ruoli differenti, ma non puoi essere sempre e solo in un unico ruolo, non puoi sempre reagire in una certa maniera.

In alcune situazioni occorre essere intransigenti, ed in altre accomodanti, indipendentemente dal tuo atteggiamento usuale.

Spesso sento genitori affermare di svolgere sempre il ruolo del “poliziotto cattivo” o di quello buono.

Cosa significa? Cosa li differenzia?

Come si comporta il Poliziotto Cattivo?

Non transige, specialmente quando viene preso un impegno, quando si fa una promessa o si pattuisce un accordo: se i tuoi figli ti dicono che arriveranno, devono arrivare e non devono sgarrare di un minuto, se ti assicurano che telefoneranno devono telefonare e non si accettano scuse, se ti promettono che lo porteranno a termine, devono concluderlo senza se e senza ma.

Il Poliziotto Cattivo non accetta in nessun modo che si faccia Gossip, cioè che si parli di assenti spettegolando e non accetta che si nascondano dietro ad alibi.

Il Poliziotto Cattivo non fa alcuna concessione ai pigri e ai lamentosi.

Quindi essere nei panni del Poliziotto Cattivo non significa fare qualcosa di negativo, ma lottare per la giustizia con rigore e regole ferree a cui devono attenersi gli altri ma in primo luogo il “poliziotto” stesso.

Il Poliziotto Buono guida, dà l’esempio, fa tutto il possibile per supportare e stimolare le persone che gli sono accanto attraverso feedback positivi e parole di sostegno, in particolare nel loro processo di crescita.

Non si sostituisce a loro agendo in loro vece ma le accompagna permettendo loro di apprendere anche a rischio di commettere errori.

Il Poliziotto Buono loda apertamente, riconosce le persone come tali e non come ingranaggi o numeri, ed esprime la propria stima nei loro confronti.

Nelle parole che dice e negli atteggiamenti che manifesta esprime continuamente fiducia nelle persone che gli sono accanto.

Spesso ed erroneamente si identifica il padre come colui che interpreta il ruolo del poliziotto cattivo ed intransigente, e la madre nel ruolo di poliziotto buono, accudente ed accomodante.

Non è così.

In primo luogo i ruoli all’interno del “mondo coppia” sono mutati, e sempre più spesso incontro donne che raccontano di avere un ruolo maschile all’interno della realtà famigliare e di uomini che hanno un ruolo femminile, creando comunque un corretto equilibrio.

Ma è bene rendersi conto che nell’educazione dei figli, è importante e necessario svolgere entrambi i ruoli.

Quindi, genitore intransigente o accomodante?

Ci può essere una prevalenza maschile o femminile, ma tutt’e due dovranno sapere quando essere inflessibili e quando prendersi cura.

Se sei sempre e soltanto nel ruolo di Poliziotto Cattivo, ad un certo punto nessuno ti prenderà sul serio e la tua voce diventerà solo un sottofondo fastidioso, un ronzio continuo, oppure, peggio, cercheranno di evitarti per timore.

Se sei sempre e soltanto nel ruolo di Poliziotto Buono, potrebbero approfittarsene perché apparentemente non dai importanza a regole, limiti e ruoli.

È necessario molto spesso Poliziotti Buoni, ed entrare nei panni di quello “Cattivo”, quando hai la necessità di dare una scossa.

Disse J. Q. Adams

Se le azioni ispirano gli altri a sognare di più,
imparare di più,
fare di più e diventare migliore,
allora sei un leader

e come sempre sostengo, un genitore attento e preparato manifesta un ruolo di leadership, e significa agire non per come si è, ma per come è necessario essere.

 

Fabio Salomoni