La fase 2 è iniziata da un paio di giorni ed è evidente che stiamo vivendo un tempo straordinario che sfugge alle logiche a cui eravamo abituati. Il distanziamento sociale è proprio contro la nostra natura umana. E allora come possiamo viverlo per trovare un equilibrio?
COSA VIVIAMO NELLA FASE 2
Nella fase 2, quella che stiamo vivendo adattandoci giorno per giorno, c’è chi ha la possibilità di uscire per recarsi al lavoro e questo comporta vivere la tensione del possibile contagio: tutti sono potenziali “untori” e l’angoscia di poter contagiare i propri familiari una volta rientrati a casa ci attraversa la mente.
Altri non escono dal proprio appartamento da quasi 2 mesi. È alienante. È giusto restare a casa per evitare il proliferare del contagio ma è alienante per la mente. È una condizione limitante, confina la nostra libertà.
DISTANZIAMENTO SOCIALE E RELAZIONI
Perché ti parlo del distanziamento sociale in questo senso? Perché, data l’eccezionalità del momento, non è il caso di prendere decisioni sul rapporto di coppia, in particolare se non ci possiamo frequentare e lo stiamo vivendo a distanza.
È il momento di rendersi conto delle eventuali sensazioni che si provano. Ricordiamo che questa condizione straordinaria non rappresenta la fotografia della situazione del rapporto di coppia che stiamo sperimentando.
Alcuni di noi sentono il desiderio e il bisogno di fuggire; altri percepiscono la necessità di rassicurazioni e certezze.
Mi riferisco alle molte coppie che durante il lockdown non si sono potute vedere, incontrare e frequentare poiché ancora non sono conviventi e hanno una relazione pur vivendo sotto tetti differenti, magari in Comuni diversi, in altre Province o addirittura in differenti Regioni.
Sono le relazioni a distanza che si sono trasformate e alimentate in questi giorni grazie alle tecnologie: Skype, whatsApp, e ogni altra App scaricabile.
DISTANZIAMENTO E DESIDERIO
Per qualcuno è stato motivo di un crescente e ardente desiderio di potersi rivedere, anelando il momento in cui sarebbe stato di nuovo possibile toccarsi e riabbracciarsi. Ma è davvero così per tutti?
Nella solitudine del proprio appartamento c’è chi, giorno dopo giorno, ha iniziato a pensare: “Però, mica male starsene soli”.
Chi ha pensato e rimuginato e fatto infinite valutazioni (facendo considerazioni parziali e tendenziose) arrivando alla conclusione che senza il partner, si impara a conoscersi: non c’è nessuno che pretenda di essere ascoltato, nessuno che voglia condividere problemi e difficoltà , nessuno che intenda sgravare parte dei propri timori attraverso la condivisione delle preoccupazioni.
Tutto è apparentemente, e finalmente, più tranquillo e sereno.
Di solito a fare da contraltare a un partner che assapora questa “libertà” ritrovata, si contrappone un partner che, avendo sentito un crescente distacco e raffreddamento del rapporto, è entrato in panico.
Vuole certezze, vuole rassicurazioni, vuole sentirsi dire che nella lontananza si è più vicini che mai.
Ma queste parole non sono arrivate e, al contrario, per trovare rassicurazioni hanno manifestato i propri timori.
Nel cercare conforto hanno espresso i propri dubbi e per fugare ogni dubbio hanno raccontato la propria ansia: la paura che la relazione potesse finire.
Ne hanno ricavato solo altra preoccupazione e, i dubbi del partner, hanno rafforzato i timori. Tutto è stato vissuto come un’imminente tragedia e hanno avuto inizio le accuse, le pretese e i rimproveri su chi fosse la causa di tutto ciò, il/la quale sentiva crescere il desiderio di fuga.
DISTANZIAMENTO E ATTEGGIAMENTI NELLA COPPIA
Nel distanziamento sociale della fase 2, quali atteggiamenti sono emersi maggiormente nelle coppie? In generale, possiamo dire che
- l’atteggiamento di chi cerca una “pausa” preoccupa sempre più il partner e
- l’atteggiamento di chi vuole rassicurazioni allontana sempre più il partner.
Tuttavia, tutto questo è una “tragedia” condizionata dalla situazione di emergenza che ha reso tutto esasperato.
Presto, affiorerà nei desiderosi di “libertà” la sensazione di solitudine e il desiderio di poter condividere momenti belli.
Alcuni avvertiranno la sofferenza di non potersi vedere, toccare, baciare, annusare e sfiorare, presto capiranno che quello che pareva essere un fastidio, in fondo, ha un suo fascino ed è bello.
Eh sì, mancherà perfino ciò che apparentemente dava disturbo.
A quel punto desidereranno potersi riavvicinare, rivedersi e poter rivivere momenti insieme, ma sarà possibile solo se evitano di prendere decisioni drastiche ora; decisioni influenzate dal disequilibrio del momento che stiamo vivendo.
Ora occorre proteggersi, proteggere e attendere di tornare a vivere.
Fabio Salomoni