Oggi ti parlerò di autorità genitoriale, una seria problematica da affrontare con i figli: troppa autorità e li schiacci, poca autorità e li perdi.

Come dobbiamo comportarci come genitori? Quanto ci dobbiamo imporre e quanto dobbiamo “chiudere un occhio”?

Quando opprimiamo con troppa autorità è probabile che i figli fuggano o si ribellino, quando invece è poca, è molto probabile che compiano delle stupidaggini perché cercheranno di capire dove si trovano i limiti, spingendosi sempre più in là, con i pochi strumenti di cui dispongono.

Anche noi genitori abbiamo problemi con l’autorità: magari un capo che opprime o che non decide mai.

E coloro che hanno problemi, nel gestire l’autorità esercitata da altri, solitamente fanno fatica ed esercitare correttamente la propria.

Dopo una giornata di lavoro, dove magari si è subita l’autorità del responsabile, si entra in un atteggiamento di critica, verso quella figura, verso l’azienda, verso i clienti, ci si sintonizza sulla frequenza della critica a nostra volta, verso tutto e tutti, anche i figli.

Al rientro a casa, ecco che si impartiscono degli ordini, magari sono domande ma con tono impositivo: “Metti in ordine”, “Mangia tutto”, “Fai il bravo” “Hai studiato tutto? Hai fatto i compiti?” e i nostri figli, dopo una giornata di autorità subita a scuola, ecco che ne ricevono una ulteriore razione.

Qualche genitore, addirittura agisce in questo modo, per sentire di poter esercitare un minimo di potere su qualcuno, ma se il figlio non ubbidisce ed esegue, hanno la sensazione che stia attaccando il ruolo genitoriale o il potere… e in genere, iniziano le urla.

Talvolta, ripensandoci, lo sappiamo di aver agito di impulso, esagerando nell’applicare l’autorità genitoriale.

Ecco perché durante i corsi o nelle sessioni personalizzate, invito i genitori a definire le regole e le eventuali sanzioni, nei momenti di quiete e tranquillità, per non dare punizioni esemplari ed eccessive, sull’onda della rabbia del momento.

Gli adulti sbagliano, è umano; lo si può semplicemente ammettere e chiedere che i figli ci perdonino.

Del resto è quello che spesso pretendiamo da loro, i figli, quando li puntiamo con l’indice e diciamo “Chiedi scusa!”.

Quando il genitore considera il proprio rapporto con i figli ed i meccanismi comunicativi che mettono in atto, fa il punto della situazione e si rende conto di vivere un contesto o una fase difficile, si rende conto di ricevere risposte brusche, oppure colleriche, o si trova di fronte un muro.

Occorre rendersi conto che ciò che si sta osservando è solo la scena finale del film.

In quella situazione ci si è arrivati: non è l’origine.

C’è una lunga trama, precedente, che ha portato quel ragazzo/a a comportarsi così.

Ovviamente non affermo che quel comportamento sia corretto, ma dobbiamo assumerci la responsabilità di quanto sta accadendo e capire che è solo l’atto ultimo a seguito di migliaia di altri atti precedenti, che hanno condotto alla situazione odierna.

Il suo comportamento e le sue reazioni, sono la modalità che considera migliore e più rapida, per rivelare i propri bisogni e necessità, per esprimere il proprio malessere.

Chi stabilisce le regole? I genitori.

Ormai ho 15 anni di esperienza: se i figli hanno difficoltà con l’autorità genitoriale, osservo i genitori e capisco il perché.

A volte uno o entrambi i genitori sono così arrabbiati ed aggressivi, che il figlio manifesta rabbia e aggressività.

In molti casi mi hanno detto: “Ma io la gestisco, io mi trattengo; non ha preso dal mio atteggiamento”.

Al contrario, ha solo un modo differente di manifestare la stessa rabbia repressa.

Altre volte uno o entrambi i genitori, per paura di far soffrire i figli, sono permissivi e tutto viene concesso.

Ma i figli esplorano nel tentativo di capire fin dove potersi spingere prima di ricevere lo stop, e il loro comportamento è una sfida continua, ma più esagerano e più i genitori si sottraggono dall’affrontarli per non farli soffrire.

Non si rendono conto che ciò che scatena la maggiore sofferenza è proprio il loro non intervenire.

Infine ci sono le situazioni dove un genitore è estremamente autoritario e l’altro è estremamente permissivo.

Risultato? Ogni regola verrà violata perché i figli sfrutteranno questa incongruenza di coppia e tra i partner si scatenerà lo scontro con continue accuse reciproche per la situazione che si è venuta a creare.

In tutti i casi, le difficoltà e le reazioni dei figli, sono un riflesso, delle difficoltà di padri e madri che non sanno come agire per il bene dei ragazzi.

Non sarà una frase o un gesto, a rimettere le cose sul binario che desideri; dovrai costruire, giorno dopo giorno, momenti, frame, pixel, che tutti insieme, formeranno una nuova trama del film chiamato realtà famigliare.

Quindi non aspettarti la frase che risolve tutto, la frase magica non c’è: la magia la dovrete compiere voi.

Per creare il cambiamento che desideri, devi lavorare su di te per poter pensare ed agire diversamente, poiché solo tu potrai impegnarti per dare una nuova rotta agli eventi.

 

Fabio Salomoni