Ci sono genitori con approcci diversi all’educazione e come dico sempre, la famiglia dovrebbe essere un luogo di tranquillità, felicità, amore, stimolo e serenità.
Dovrebbe, ma in molte famiglie, rientrare a casa significa problemi, stress, discussioni, fastidi, molti si fanno il segno della croce prima di varcare la porta di casa e altri preferiscono fare qualche ora di straordinari al lavoro per ritardare il rientro.
Se la famiglia è più stress che serenità c’è qualcosa da rivedere e uno dei motivi di grande scontro e discussione è dato dalle diverse idee educative dei genitori.
Perché i genitori discutono tra loro
Perché si discute? Perché tutti noi abbiamo un’idea di come le cose dovrebbero andare.
Sono le nostre aspettative, sono le idee che ci siamo fatti e, ogni volta che le cose finiscono per andare diversamente da come avevamo ipotizzato, ecco che un po’ del nostro mondo è come se lo avessero tradito, lo avessero violato, “Come penso io, come vedo le cose io, è giusto… se Lui/lei vede le cose diversamente o agisce diversamente, significa che sbaglia”.
Le ipotesi vengono infrante e il disappunto, l’amarezza, la delusione si fanno strada.
E l’altra persona? Fa esattamente lo stesso ragionamento: ha il suo punto di vista che considera quello giusto e ottimale, pensa “Ovvio che sia così” e poiché tu hai infranto quelle aspettative, a tua volta sei in errore, hai agito male o non hai capito.
Chi ha ragione? Non ha ragione lui, non ha ragione lei. Semplicemente hanno il proprio punto di vista, un punto di vista che si è formato differente per mille motivi.
Quindi il vero problema è che tutti considerano il proprio mondo OVVIAMENTE giusto e non ci si ferma un attimo per confrontarsi.
Il bisogno di confrontarsi sugli approcci diversi all’educazione
Diventare genitori è meraviglioso, il problema è che ci si confronta più sul dove fare le vacanze che su cosa significhi per ognuno “essere genitori” e come esserlo.
- “Cosa intendi con Essere un genitore?”
- “Cosa dovrebbe fare un genitore?”
- “Come vogliamo crescere questo bimbo?”
- “Quali regole per te sono fondamentali e quali sono trascurabili?”
- “Sulle regole, dobbiamo essere tolleranti o intransigenti? E se tolleranti, quanto?”
- “Quali sono i valori su cui basi la tua vita? Per te cos’è imprescindibile?”
Queste domande non vengono mai poste tra genitori.
Vengono date per ovvie con l’illusione che come la pensi tu, la pensi allo stesso modo l’altro genitore.
Di fatto, tutti questi argomenti, non vengono mai toccati se non quando iniziano gli scontri.
Qual è lo scopo di un genitore?
Per comprendere le differenze sugli approcci diversi all’educazione dobbiamo affrontare un tema importantissimo: i valori personali.
Ti pongo 2 domande:
- Qual è lo scopo dei genitori?
- In che modo raggiungere questo scopo?
Le risposte a queste 2 domande sono la base perché uno dei genitori potrebbe dire: “Scopo di un genitore è accudire, nutrire e proteggere i figli” ed è molto probabile che avrà nei loro confronti un atteggiamento di accudimento, tutelandoli, magari andando anche oltre, tenendoli sotto la campana di vetro. E l’altro genitore?
Magari, alla stessa domanda potrebbe rispondere “Scopo di un genitore è insegnare la disciplina e il rispetto”, un altro genitore ancora potrebbe dire “insegnare a cavarsela in ogni situazione per essere pronto alla vita”.
È ovvio che questi altri 2 genitori avranno un atteggiamento molto diverso dal primo genitore: il 2° (quello del rispetto e della disciplina) magari sarà addirittura coercitivo, con molte regole ed estremamente normativo, rigoroso, rigido; il 3° genitore (quello del “cavarsela” nella vita) sarà l’opposto del primo e aiuterà poco i figli, spingendoli, inducendoli sempre ad agire in autonomia per imparare a riuscire a cavarsela.
Ognuno di loro agirà in funzione di quello che ritiene essere il ruolo del genitore.
Tutti ritengono di agire per il meglio, in funzione di ciò che pensano essere importante per i figli. Tutti ritengono di agire al meglio ma il loro operato è assai diverso.
Quale approccio avere come genitore?
Poi la seconda domanda: “In che modo raggiungere lo scopo genitoriale”.
Poniamo il caso che 2 genitori abbiano la stessa idea di “ruolo genitoriale” e entrambi pensino che un genitore debba (è il loro scopo genitoriale) “far crescere i propri figli liberi da condizionamenti”. Entrambi la pensano così quindi, in teoria, non dovrebbero esserci divergenze.
Peccato che alla domanda “come intendi raggiungere questo scopo?” uno risponda “A mio avviso, il bambino può fare quello che vuole perché è sempre una sua libera espressione e i genitori non devono sgridarlo per non limitarne la creatività”. È il suo punto di vista.
L’altro genitore risponde “A mio avviso per farlo crescere libero dai condizionamenti non devo parlargli di politica in casa, non devo fargli frequentare religione a scuola, nessuna religione, non lo manderemo a catechismo, non esprimeremo neppure l’appartenenza alla squadra del cuore così che possa decidere in autonomia senza la nostra influenza e in totale libertà”.
Capisci bene che il secondo non ha detto che il figlio può liberamente lanciare i piatti o colorare i muri di casa con i pennarelli e, al primo genitore, non importa nulla dell’influenza che potrebbe avere il trattare argomenti come la politica o la religione.
Quindi, apparentemente hanno detto la stessa cosa, ma in realtà stanno intendendo situazioni molto diverse, per lo meno sul metodo.
Il diverso approccio genitoriale della mamma e del papà
Fino a qualche generazione addietro il ruolo di maternage era quasi esclusivamente a carico delle mamme e quello delle regole e dei castighi era a carico dei papà.
Spesso le mamme minacciavano i figli dicendo: “Questa sera, quando viene a casa il papà, ci pensa lui” oppure “Comportati nel tal modo, altrimenti lo dico al papà”.
I tempi sono cambiati e in sempre più famiglie il ruolo di chi impone le regole e assegna le sanzioni lo assumono le mamme e, sempre più papà non sopportano di fare “i cattivi” e quindi tendono ad essere più accomodanti e permissivi.
Indipendentemente da chi faccia cosa, il problema è che ognuno dei 2 ha la netta sensazione di agire per il meglio, e poiché l’altro/a agisce diversamente “beh, se io faccio così e faccio bene, lui/lei fa cosà, significa che si sbaglia, è in errore, deve cambiare!”.
Da qui nasce la pretesa e in seguito lo scontro, perché entrambi restano fermi sulle proprie posizioni e non potrebbero fare altrimenti perché sono convinzioni fondate sui propri valori, su motivazioni solide, su punti di vista personali ritenuti validi.
La verità è che nessuno dei due ha ragione e nessuno dei due ha torto.
Semplicemente hanno ruoli diversi e grazie al cielo che è così.
Crescere in un ambiente rigidamente regolamentato
Pensa a cosa debba essere, per dei figli, crescere in una casa dove ogni regola viene fatta osservare in modo estremamente rigido e intransigente, senza possibilità di violarla in alcun modo, dove le sanzioni cadono come mannaie e non lasciano scampo.
Le conseguenze che si aprirebbero per questi bambini sono due:
- Crescere rigidi e indottrinati come soldatini, timorosi e limitati, senza una loro personalità
- Ribellarsi all’autorità e rendere la vita dei genitori impossibile, saranno indomiti e ribelli, spesso alla ricerca degli eccessi per infrangere le regole.
Le regole sono importanti ma è importante anche avere una via d’uscita.
Crescere in un ambiente esclusivamente permissivo
Ora guardiamo l’altra faccia della medaglia.
Immagina un bimbo che cresca con 2 genitori che non pongono alcun limite, che non pongono le regole, mai e, se le pongono, permettono di violarle in ogni situazione e a regola violata trovano delle scuse per dare ragione e comprensione al bambino privandolo del senso di responsabilità.
Tutto gli è permesso e concesso.
Il bambino cresciuto in questo ambiente avrà molte difficoltà nella vita perché, nella vita vera, fuori da un contesto di questo tipo, le regole ci sono, ci sono le sanzioni e se non rispetti le regole sei nei guai. Quando quel bambino lo scoprirà, rimprovererà e colpevolizzerà quei due genitori che erano sembrati tanto buoni quando era piccolo, ma che alla fine si sono rivelati poco educativi, poco allenanti, alla vita vera.
Essere comprensivi è importante ma i figli hanno anche bisogno di avere certezze; le regole creano stabilità e la stabilità dona tranquillità.
Quindi occorrono entrambi.
Ogni coppia di genitori deve incarnare sia l’amorevolezza empatica e la comprensione, sia l’essere normativi.
Gli approcci diversi all’educazione dei genitori non devono essere un problema ma una risorsa?
In casa nostra io ho un ruolo tendenzialmente normativo ma so bene che c’è la necessità di lasciare un po’ di “lenza” perché altrimenti il filo si rompe. Se tendi troppo la corda la spezzi e quindi è bene che mia moglie intervenga quando lo ritiene opportuno con delle concessioni che io, d’istinto, non avrei concesso, ma che mi accorgo essere necessarie perché loro possano imparare a gestire delle libertà.
Se i genitori hanno approcci diversi all’educazione e lo accettano e comprendono, la gestione dei figli sarà più funzionale.
Quando nasce il problema? Quando i 2 genitori non accettano le differenze.
Perché è un problema? Perché quando i genitori non accettano le rispettive differenze d’approccio, i figli usano questo dissidio come arma per ottenere dei vantaggi.
Ha ragione chi manifesta l’approccio materno o l’approccio paterno?
Dopo quanto hai letto, ha ragione chi mostra un approccio rigido o chi mostra un approccio comprensivo?
Non si tratta di “ho ragione io e il partner deve agire come me”.
Sarebbe un errore.
Chi ha il ruolo normativo a volte deve chiudere un occhio, perché la troppa rigidità porta la corda a spezzarsi.
Colui che ha il ruolo accondiscendente, non può farle passare sempre tutte lisce e non mettere alcun limite.
Come una squadra, padre e madre devono sapere di avere ruoli diversi ed essere grati di ciò.
Non devono pretendere che il partner agisca e pensi allo stesso modo, altrimenti sarebbe come se l’attaccante pretendesse che tutti gli 11 giocatori stessero nell’area avversaria o il difensore pretendesse che tutti i giocatori stessero a difesa della propria porta.
Le vostre diversità sono necessarie e dovete lodarle.
Gli approcci diversi dei genitori destabilizzano i figli?
Cosa destabilizza veramente i figli? Non certo le differenze tra papà e mamma perché uno è maggiormente normativo e l’altro è maggiormente empatico.
Ciò che realmente destabilizza i figli è sapere che il papà e la mamma non hanno capito che le differenze sono una risorsa e non vanno criticate e combattute.
Quindi cosa fare? Una possibile strategia potrebbe essere questa: assecondare il/la partner che parla prima.
Sai cosa facciamo noi, io e mia moglie Antonella? Supportiamo il primo che parla.
Se io dico “questa è la regola e non accetto negoziazioni”, mia moglie dice “Ok, ragazzi, il papà ha ragione, la regola è regola e la si rispetta”. Mi asseconda.
Se a parlare prima è mia moglie e dice “ok, questa è la regola ma per questa volta, dai, chiudiamo un occhio” io supporto e assecondo mia moglie e dico “Ok, ha ragione la mamma e per questa volta chiudiamo un occhio”. Non lo dico con tono di disapprovazione, non lo dico buttando gli occhi al cielo, non mostro e non rivelo alcuna fenditura tra i genitori, perché noi siamo una squadra, siamo una coppia.
Davanti ai figli occorre mostrare coesione: poi, in disparte, si può rivedere quello che è successo e come lo si è affrontato, ma davanti a loro, ai figli, la squadra deve essere coesa.
Insomma, anche in questo caso, essere diversi non è sbagliato, è una opportunità.
Fabio Salomoni