Agire per amore dei figli. Desidero condividere con te un tema che è emerso con una mamma che sta facendo con me un percorso di coaching: le difficoltà che aveva con la figlia si stanno rapidamente risolvendo ed io, qualche giorno fa, le ho detto che è stata molto brava a mettere in pratica quello che avevamo concordato, ma lei mi ha risposto “Bah, non so, a me sembra di non fare nulla, mi sento quasi in colpa”.
La convinzione dell’agire per amore dei figli
Il tema è proprio questo: il “fare” per i figli, il nostro agire come segno d’amore.
Attraverso le nostre azioni come genitori ci prendiamo cura dei nostri figli e, in questo modo, dimostriamo il nostro amore nei loro confronti, dimostriamo che teniamo a loro.
Questa convinzione crea difficoltà in 2 sensi:
- il genitore che fa troppo perché se non fa si sente in colpa e si auto-giudica come un pessimo genitore, snaturato
- l’aspettativa che i figli restituiscano l’amore attraverso gesti d’amore nei nostri confronti. Quando non avviene nasce l’idea che non ci amino, che non tengono a noi genitori, a me padre, a me madre o che tengono a noi solo quando torna loro comodo: “mi considera solo quando ha bisogno”, “si ricorda di me solo quando ha bisogno”
Quindi, la convinzione che agire, darsi da fare, per qualcuno sia segno d’amore, crea un’errata aspettativa e distorce la realtà.
Il bisogno di essere amati
Chi di voi ha fatto il corso che tengo ogni anno a dicembre sui serbatoi dell’amore, sa che uno dei serbatoi è “Gesti d’amore”. Cosa significa il “serbatoio gesti d’amore”? Ognuno di noi ha, inconsapevolmente, un certo modo di dimostrare amore e l’aspettativa che gli altri dimostrino, proprio attraverso quella modalità, il loro amore nei nostri confronti.
Alcuni, coloro che hanno il “serbatoio dei gesti d’amore” come serbatoio preferenziale, dimostrano il proprio amore nei confronti di qualcuno attraverso le azioni che compiono per lui/lei e si aspettano che gli altri dimostrino di amarli, proprio attraverso dei gesti, delle azioni, a beneficio loro.
Mia mamma ha dimostrato il proprio amore, nei confronti di mio papà e verso di me, quasi esclusivamente attraverso i gesti d’amore. Ha cucinato e il suo cucinare era un modo per dirci che ci voleva bene, ha stirato e il suo stirare era un modo per dirci che ci voleva bene, ha passato l’aspirapolvere e il suo passare l’aspirapolvere era il suo modo per dirci che ci voleva bene e così via fino ai piccoli gesti, il formaggio grattugiato sulla pasta ce lo metteva lei perché, se te lo mettevi tu, stavi rifiutando un suo gesto d’amore nei tuoi confronti, le impedivi di dirti “ti voglio bene” attraverso quel gesto e si offendeva, ci rimaneva male perché le avevi impedito di dirti “ti voglio bene”.
Ecco che la mamma allaccia le stringhe al bambino anche se sarebbe in grado di farlo da solo, genitori che corrono ad accompagnare i figli prodigandosi per portarli ovunque a tutte le età quando in molti casi, i ragazzi, potrebbero e dovrebbero semplicemente prendere i mezzi e andarci da soli: “mamma, domani ho bisogno di andare a prendere un paio di jeans nuovi, tieniti libera che mi accompagni…” e genitori che non si rendono conto che potrebbero rispondere: “Domani se hai bisogno di prendere i jeans, ti organizzi, prendi i mezzi e vai a prenderteli, non sono il tuo taxi. Alcune volte posso e VOGLIO accompagnarti, altre volte non posso o NON VOGLIO accompagnarti e non per questo non ti voglio bene”.
Agire per dire “ti voglio bene”
Usciamo dal concetto che agire per qualcuno sia un modo per dire “ti amo”.
La signora che aiuta ogni mattina un mio conoscente e che va da lui tutte le mattine e lava, stira e rassetta casa, non lo ama; fa delle cose per lui, ma non significa che lo ami.
Ci sono persone che hanno compiuto azioni nei miei confronti per dovere, altri hanno fatto cose per me per gentilezza, qualcuno forse si è sentito in dovere di restituire un favore: non tutti coloro che hanno agito per me lo hanno fatto come gesto d’amore nei miei confronti, quindi non dobbiamo credere che agire verso qualcuno sia necessariamente un gesto d’amore.
Agire per amore dei figli: non agire come gesto d’amore
È così vero che agire nei confronti di qualcuno non è necessariamente un gesto d’amore, che ci sono volte dove, per amore, occorre NON agire, ed è qui dove volevo arrivare.
“Non ti allaccio le stringhe perché voglio che impari a legartele da solo e, quando ti si slegheranno e io non sarò li con te, saprai farlo da solo, in autonomia”: questo è un gesto d’amore maggiore che legargliele.
“Mamma mi dici dove si trovano i Pirenei?…” forse conosci la risposta, ma il non dirglielo è un gesto d’amore più grande che facilitarlo dicendoglielo. Per i tuoi figli è più utile rispondere “non so, cercalo un po’ e dimmi, non ho idea ma è interessante”. La tua “non azione” sarebbe un grande gesto d’amore perché obblighi a svolgere l’operazione di ricerca inducendo un’autonomia alla ricerca e allo studio.
Potrei farti un’infinità di esempi: il preparare i vestiti sulla sedia così l’indomani i figli li trovano bell’e pronti, può apparire un gesto cortese e d’amore, ma è tale se lo fai una volta ogni tanto. Se invece è l’abitudine, stai impedendo a quei figli di sviluppare la propria autonomia che consiste anche nello scegliersi e prepararsi i vestiti da indossare.
A cena cucino per la famiglia, ma a pranzo, anche se sono a casa, non cucino quasi mai per i miei figli. Non lo faccio perché sono un padre degenere che non vuole prendersi cura di loro; è il mio modo per indurli ad essere autonomi per quando saranno nella posizione di andare a vivere per proprio conto. Potrei cucinare io? Si, certo, qualche volta lo faccio, ma se loro sono in grado, preferisco stimolare la loro indipendenza.
L’amore non si misura
Il tuo amore nei confronti delle persone che ami non si misura attraverso ciò che fai per loro.
Il tuo amore nei loro confronti si misura attraverso “l’energia amore” e la cura che hai nei loro confronti, ma attenzione: cura nei loro confronti significa anche aver cura di evitare di prodigarti impedendo loro di evolvere, crescere, diventare grandi.
Attenzione a confondere “il fare” con “l’amare”.
Puoi agire nei confronti di qualcuno pur non amandolo, e puoi decidere di non intervenire per amore.
Fabio Salomoni