Adolescenza e amicizie dei figli. Il loro mondo, quando sono piccoli, è in gran parte “genitori-centrico” cioè, tutto il mondo di un bambino piccolo gira attorno ai genitori, i quali sono il suo punto di riferimento, a cui affidarsi e di cui fidarsi completamente.

È un rapporto d’amore reciproco che sembra non possa finire e modificarsi mai.

Mano a mano che crescono, i figli hanno la necessità, il bisogno e il dovere, di staccarsi dal bisogno pressoché totale dei genitori ed iniziare a formare una sempre maggiore autonomia che li accompagna verso l’età adulta. Qui nasce il bisogno in adolescenza di creare amicizie.

Per poter fare questo passaggio di maturazione, devono inevitabilmente creare una maggiore distanza tra sé e i genitori (che altrimenti continuerebbero a occuparsi di loro e a decidere in loro vece come quando erano piccini).

Per molti genitori, questo bisogno dei figli di aumentare le distanze e creare un proprio mondo, separato da quello genitoriale, è un disastro inaccettabile perché vorrebbero restare ancorati a quel rapporto di quando i figli erano piccini e si affidavano a loro completamente.

Alcuni genitori, non comprendendo il bisogno di distacco e crescita dei figli, credono di non essere più amati. Altri, hanno la sensazione di non contare più nulla e di non avere più uno scopo.

Perché l’adolescente ha bisogno delle amicizie?

Ad un certo punto, il mondo dei figli diventa amici-centrico. L’adolescente sente di dover appartenere ad un proprio giro di amicizie.

Per l’adolescente ci sono 2 tipi di amicizie: l’amico/a del cuore (di solito sono uno o due) e gli amici del gruppo.

A cosa servono in adolescenza questi amici? Innanzitutto gli amici sono fonte di divertimento. L’adolescente condivide con gli amici il livello di umorismo e condividono osservazioni che creano un’ilarità tutta loro che, in noi adulti, spesso non ha senso ed è priva di divertimento.

L’adolescente si confida con gli amici

Inoltre, l’adolescente utilizza le amicizie come strumento per confidare e condividere le proprie difficoltà, i propri timori, le proprie preoccupazioni.

Molti genitori, quando dico questo, mi vorrebbero dire: “Ma perché non le confida a me? Sono qui apposta”.

Non solo le amicizie permettono all’adolescente di esprimere confidenze, timori e preoccupazioni ma, dalle amicizie, ne ricavano conforto senza giudizio e senza accuse. Gli amici dell’adolescente sanno ascoltare meglio degli adulti che vogliono a tutti i costi intervenire e spiegare, suggerire, giudicare.

L’adolescente con delle amicizie è sano

Per l’essere umano in generale, la solitudine è terribile. L’idea di essere soli, di non essere capiti da nessuno, di non essere apprezzati da nessuno, di non essere voluti da nessuno, è lacerante.

Quegli adolescenti che vivono in questa situazione e non hanno amici, non hanno contatti e non legano con nessuno, crescono con diverse difficoltà. Spesso, entrano in un circolo vizioso dove:

  • se hanno una bassa autostima si ritengono sempre più inferiori agli altri, al punto da non meritare la loro compagnia, e rifiutando il contatto con altri coetanei.

  •  Se hanno una buona autostima si convincono che sono gli altri, non alla loro altezza, a non avvicinarsi per evitare l’imbarazzo della loro inferiorità.

Sia in un caso che nell’altro, si creano delle convinzioni per cercare di dare una spiegazione al fatto che sono soli, che non riescono ad allacciare dei legami.

L’impatto emotivo degli amici per l’adolescente

In età adolescenziale gli amici, il gruppo, il branco, vengono avvertiti come vitali e ti ricordo (l’ho scritto molte volte in altri articoli) che questa è un’età dove si tende a non avere vie di mezzo: tutto o niente, depressione o eccitazione, e quindi, l’importanza e il vissuto legato agli amici è di grande impatto.

Gli amici sono un bisogno così forte da far nascere la paura di poterli perdere.

Al contrario, i genitori sanno che ci sono, che sono li, che non se ne andranno e che, in fondo, li ameranno per sempre.

L’adolescente, nei riguardi degli amici qualche dubbio lo nutre; ne è visceralmente legato ma sente che l’amicizia è di cristallo, perché è un attimo venirne escluso.

Nasce, in ogni adolescente, un gioco di sottilissimo equilibrio tra il voler far parte del gruppo e quindi essere come il gruppo, assomigliargli per poterne far parte e per esserne accettati ma, allo stesso tempo, ogni adolescente vuole avere una propria unicità.

Si cerca di essere uguali ma si vuole essere diversi. Se sei troppo uguale perdi la tua unicità, la tua identità, ma se esprimi troppo la tua unicità, rischi di essere visto male dal gruppo. È complicato.

L’adolescente come giudica le amicizie?

L’adolescenza è anche l’età dove inizia il giudizio (giudizio inteso “giudicare”, non come “mettere giudizio”). Giudicano se stessi e giudicano gli altri.

Con l’arrivo dell’adolescenza notano e giudicano, tanto, tutto, molto, troppo.

Anche rispetto alle amicizie sanno essere critici in cuor loro, non sono ciechi.

Di solito sanno che una certa amicizia non è “alla pari” e che alcuni li stanno in qualche modo “sfruttando”. Sono consapevoli che alcuni amici non sono del tutto affidabili, che alcuni amici tendono a mentire o ad approfittarsene.

Sanno, ma sono combattuti, perché sono comunque i loro amici e perché non vogliono restare soli.

L’adolescente decide le amicizie

I genitori non possono forzare le amicizie dei figli.

Non puoi forzare gli incontri.

Se un adolescente decide di essere molto selettivo con le proprie amicizie ci sono delle motivazioni e delle convinzioni tutte sue che stanno alla base di quella scelta e decisione. Queste convinzioni dietro al suo comportamento, possono essere giuste o sbagliate ma poco importa; quel che importa è che sono corrette per lui, sono le sue convinzioni, sono il suo punto di vista, sono le sue deduzioni e spiegazioni su quel che accade e se non si modificano queste convinzioni, difficilmente cambierà il suo atteggiamento.

I genitori difficilmente hanno gli strumenti per riuscire ad intaccare le convinzioni di un adolescente. Anzi, più i genitori dicono all’adolescente che si sbaglia, che sbaglia nell’agire in quel modo e più il figlio si sente solo, anche rispetto ai propri genitori, che non lo capiscono, che non comprendono la situazione che sta vivendo.

Il primo passo è sempre l’accettazione, la comprensione del suo punto di vista, del suo modo di interpretare le cose e gli eventi. Il genitore deve, come primo approccio, dirgli: “Ok, capisco che la pensi così, comprendo il tuo punto di vista, hai le tue ragioni. Sei intelligente e se fai queste considerazioni hai certamente i tuoi motivi”. In poche parole “sono con te… non sei solo/a”.

Adolescenza e amicizie: fare pratica di relazione

Molti adulti non comprendono che l’adolescenza è quell’età dove si impara a fare relazione, a tessere una rete di contatti e conoscenze.

Se non impari a creare relazioni durante l’adolescenza, sarà più complicato farlo dopo.

Ci sono molti adulti che non hanno amici: hanno conoscenti, hanno i colleghi, ma non hanno amici e quando finiranno l’esperienza lavorativa saranno soli.

La capacità di allacciare amicizie è importante perché l’essere umano è una specie che tende a vivere in branco, non nella solitudine, e l’adolescenza è l’età dove si fa pratica, dove si cerca di scoprire come avvicinare le persone e come fare in modo che le persone si avvicinino a noi.

L’adolescenza è l’età dove si scopre che le amicizie richiedono tempo. Devono essere coltivate, altrimenti le perdi. Scopri che le amicizie ti danno tanta gioia, ma possono darti tanto dolore e un giorno ridi con loro a crepapelle e il giorno dopo scopri che hanno riferito ad altri una cosa che non avrebbero dovuto riferire e ci si confronta con il tradimento o la vergogna e scoppiano i pianti e le tragedie.

Le amicizie sono una scuola importante e i genitori che limitano le amicizie e gli incontri devono essere consapevoli che sono importanti tanto quanto lo studio.

L’adolescenza e la tolleranza delle amicizie

L’amicizia è lo strumento attraverso il quale i nostri figli ricavano la forza per provare, per mettersi alla prova, perché l’amicizia fa sentire più forti grazie alla forza del gruppo che infonde sicurezza e fiducia.

Fare parte del gruppo fa provare sicurezza e fiducia.

Gli adolescenti, stando nel gruppo, sentono la sicurezza e la fiducia dei loro amici e delle loro amiche nei loro confronti e loro si fidano degli amici perché li rispettano.

Grazie a questo rispetto reciproco, possono confidarsi tra loro, possono confidare le proprie paure, i propri timori, le proprie preoccupazioni, anche ciò di cui non sono orgogliosi, sapendo che ogni cosa verrà accettato con tolleranza.

Di solito, i genitori criticano spesso o, per lo meno, i figli hanno la percezione che i genitori interagiscano con loro solo per criticare, per giudicarli, per fare raccomandazioni.

L’adolescente, che sente il bisogno di confidarsi con qualcuno, di raccontarsi, di confrontarsi con qualcuno, non può che rivolgersi agli amici per raccontare, dialogare e esprimere se stesso.

Ciò è possibile perché gli amici sono più o meno sulla stessa barca. Più o meno stanno vivendo le stesse problematiche e sono più vicini per comprendere ciò che pensano e provano.

Come genitori, dobbiamo comprendere l’importanza delle amicizie. Viviamole come osservatori esterni e permettiamo che i figli sviluppino i propri talenti attraverso il “gioco” delle relazioni.

 

Fabio Salomoni